Le tradizioni legate al Nuovo Anno

Secondo una curiosa tradizione svedese è possibile sapere cosa ci riserverà l’anno nuovo attraverso una tecnica divinatoria chiamata Årsgång, “la camminata dell’anno”. Un’esperienza unica a metà tra realtà e fantasia da svolgere, secondo la leggenda, l’ultima notte dell’anno. Camminare nel bosco, in solitudine, di notte, avrebbe il potere di fare emergere le nostre paure più inconsce e i talenti nascosti per poterle affrontare. Sempre secondo la leggenda, durante la camminata potremmo incontrare creature misteriose con il compito di indicarci la strada o metterci di fronte a sfide fisiche, mentali e spirituali: animaletti che disegnano immagini sul suolo per comunicare un messaggio, oppure il “Mylingen”, lo spirito di un bambino abbandonato che chiede cibo per nutrirsi, oppure il cavallo del ruscello che prendere in groppa i bambini imprudenti per poi annegarli nel ruscello ma anche esseri più amichevoli come nani ed elfi. In pratica, un’occasione per mettersi alla prova, per sondare la parte più buia e ambigua della nostra personalità ed effettuare il passaggio simbolico dalle tenebre alla luce.

Chi decide di intraprendere la camminata deve però attenersi a regole precise: essere a digiuno, non accendere o guardare il falò per l’intero giorno, accompagnarsi con qualcuno incontrato durante il cammino ma senza parlargli. Infine, il percorso dovrebbe concludersi in un cimitero o nei pressi di una chiesa, dove potrebbero manifestarsi particolari visioni: una processione di ballerini, fantasmi, piccoli uomini che trasportano carichi di fieno, e altre manifestazioni simboliche che starebbero a significare più o meno fortuna nell’anno a venire.

Ma, al di là delle fantasie pittoresche del mito, ciò che bisogna cogliere di questa tradizione è la forte valenza simbolica: il bosco, come la vita, è un luogo dove bisogna sapersi muovere, dove dobbiamo camminare con attenzione, evitando i pericoli e ricorrendo alla nostra saggezza interiore. Il bosco, come il futuro, potrebbe avere sentieri delineati ma altri mille che possiamo tracciare da soli: ad ogni momento potremo cambiare strada o direzione ma a decidere saremo solo noi. Il bosco, quindi, ci aiuterebbe a prevedere l’andamento del nuovo anno solo perché ci costringe a guardarci da un’altra angolazione: se fuggiremo davanti al più piccolo rumore, è probabile che nel futuro ci mancherà la grinta necessaria a superare gli ostacoli. Se invece andremo avanti senza voltarci, è probabile che avremo la forza necessaria per affrontare tutte le sfide del nuovo anno. Se sapremo cogliere i segnali che ci vengono dall’ambiente avremo la saggezza per proseguire il nostro cammino.

Io invece ho una tradizione personale tutta mia legata al primo giorno dell’anno: una camminata solitaria, sì, ma nella pianura della provincia bolognese, alle 8 di mattina, quando ancora tutto il mondo dorme e il silenzio regna sovrano. Non è  come una camminata notturna in un bosco, ma vi assicuro che aiuta a raccogliere i pensieri, a guardarsi dentro e trovare energia e spirito per affrontare il futuro.

Buon Anno!

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